Mascherina sì, mascherina no, ma…

La mascherina che ho appoggiato un istante sul tavolo per fagli la foto, intanto che scrivo questo post.

Guardate, io nella discussione sul fatto che portare la mascherina sia giusto o sbagliato in questa emergenza, non voglio entrarci, non sta a me, non ho competenze scientifiche per farlo, non ho conoscenza delle statistiche reali sul suo uso o non uso, non posso accedere a ricerche fatte da istituti realmente al di sopra delle parti.

Però una cosa posso dirla sulla base delle mie esperienze: portare la mascherina è un vero stress, non banale, se hai gli occhiali.

La metto perché devo farlo, però trenta secondi dopo ho già l’impulso di toglierla, perché immediatamente i vetri mi si appannano.

Voi direte che è poca cosa, che in fondo ci si può togliere gli occhiali, che al limite si sopporta, ecc, ma per me proprio non è così.

Intanto io ho quasi 5 diottrie di miopia e un po’ di astigmatismo, quindi gli occhiali proprio non posso toglierli perché non ci vedo. Gli occhiali devo tenerli.

Il vetro mi si appanna, molto, vedo tutto offuscato, se lascio andare via l’aria migliorano leggermente ma appena richiudo la mascherina in pochi secondi sono nuovamente nella nebbia. Cosa che mi fa anche correre dei rischi, non vedo dove metto i piedi, persino le macchine grigie o bianche per me diventano meno visibili.

Un altro effetto negativo è psicologico. Colgo meno di tutto, mi sento come se stessi galleggiando in qualcosa che non conosco, mi mancano i punti di riferimento, mi viene voglia di entrare in un bar anche solo per poter togliere la mascherina qualche minuto con la scusa di un caffè.

Se sono con una persona, non c’è verso che riesca a prestare attenzione a lei, sono continuamente concentrato sul vedere, sulla mascherina, sulla condensa sugli occhiali, sul far uscire l’aria nel modo migliore, metto, tolgo, rimetto, aggiusto, aggiusto dall’altra parte, sposto gli occhiale… lasciamo stare.

Sono arrivato al punto che a volte non ho voglia di uscire per non dover sopportare il disagio di questa rompipalle.

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