Gli stiamo veramente insegnando ciò ke serve a lui?

Discorso lunghissimo su 1 argomento vastissimo, ma da qualke parte bisogna pur iniziare ed io mi sto ponendo molte domande in questi ultimi anni. Mi andrebbe di condividere queste domande, le risposte me le darà solo la mia vita ultraterrena, quando morendo la mia anima tornerà a casa 🙂

A Daniele, mio figlio di 3 anni e mezzo, sto insegnando ciò ke veramente serve a lui?

Parto da 1a considerazione. Io credo ke la nostra anima si incarni x questa vita terrena con l’obiettivo di imparare 1a o + lezioni, su 1 xcorso ke porti alla xfezione ed all’amore universale.

Ciò ke serve all’anima, quindi, sta in 1 dominio spirituale, potrebbe essere in qualke caso convergente con ciò ke serve al corpo, ma nn è automatico.

Quando io insegno qualcosa a mio figlio, cosa gli sto insegnando? Gli sto dando informazioni ke saranno utili (forse) al suo corpo, al suo Io conscio, alla sua vita terrena? Ma questo gli serve veramente?

Riflettendo, molte cose ke gli trasferisco, sono regole sociali, consuetudini locali, leggi nazionali, necessità professionali, ecc.

Ecco, da qualke anno sto maturando l’idea ke ttto ciò, o buona parte, sia sbagliato, ke così facendo io lo allontani dalle necessità della sua anima.

Mi sono riproposto, quindi, di nn insegnargli + nulla ke nn sia vitale ai fini della sua esistenza terrena, filtrando ttto ciò ke è consuetudine di paese o di popolo, ciò ke è sociale, ecc. e dando invece priorità a ciò ke, secondo lui, potrebbe servire alla sua anima.

So ke il ttto pare strano ed è difficile da spiegare, x me. Vi spiace se faccio degli esempi?

  1. Usare le forkette nel modo corretto. Xké dovrei sprecare il suo tempo e le sue energie x fargli imparare ad usare le forkette secondo il galateo? Nn dovrebbe essere lui a decidere? Ok saxle tenere in mano, ma questo è + ke sufficiente (e lo dice 1 ke tiene i corsi di galateo!! 😛 )
  2. Xké devo insegnargli il dialetto del paese? Capisco 1a lingua, ma a questo punto scelgo quella + com1e e le altre le imparerà lui, se vuole. Ecco xké preferisco ke impari l’inglese, xsino + dell’italiano stesso. Inglese anke xké rientra nella mia idea ke la vita terrena nn debba essere legata al luogo, al locale, all’orto vicino, ma la mente deve avere la Terra come casa.
  3. Xké devo insegnargli come portare la bicicletta? Ke ha la bicicletta di + importante del giradischi (tanto x fare 1 esempio)? Nulla, quindi, a – ke nn sia lui stesso a kiederlo, nn mi preoccupo minimamente di insegnarglielo 🙂
  4. Nn credo sia così importante imparare a riordinare la cameretta ogni sera. Questo serve a me, a noi come genitori, nn a lui. Andando verso i 55 anni ho scoxto ke ci sono xsone meravigliose disordinatissime. Si vive xfettamente anke da disordinati. Quindi questo tipo di insegnamento l’ho già accantonato.

Ignorante? Maleducato? Mah, ormai sto ridisegnando il significato di questi termini, inserendoli in 1a nuova concezione della vita. Nn confondiamo le necessità date dal vivere ttti assieme, con la galanterie, con il romanticismo, con la formalità, con gli skemi e gli stereotipi. Basta, al- x me.

Quello ke vorrei aiutarlo a fare, invece, è usare la sua testa, sia il lobo destro, ma soprattto quello sinistro, ad essere indipendente ed autonomo, a far le sue valutazioni, a scegliere lui x sé stesso (cosa ke ho sempre fatto anke x Lorenzo e Roberta, i miei 2 figli + grandi).

Nn voglio insegnargli, voglio aiutarlo ad imparare ciò ke lui vuole e soprattto a rikiamare l’universo informativo ke già ha dentro di sé. Come? Ad esempio portandolo in giro, mostrandogli il mondo, confrontandomi con lui, giocando, ascoltandolo, soprattto, rispondendo, nn violentando le sue aspirazioni, nn distogliendolo da quelli ke potrebbero essere i suoi scorsi.

Senza diventare talebano, naturalmente. Quando dico ke nn voglio insegnargli nulla, nn intendo dire ke nn gli insegno a lavarsi i denti o a far pipì 🙂

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