Cavalcare la crisi

Magari l’espressione non è la migliore, ma mi rende bene l’idea.

Vorrei scrivervi dell’idea, non della crisi in sé.

Penso che ci si debba abituare al fatto che la nostra vita stia cambiando, che molte cose non siano come prima, che vi siano nuove necessità, vincoli diversi ed aggiuntivi rispetto ai soliti.

Dobbiamo adattarci ed anche di più, direi. Inutile sperare che le cose tornino come in passato, non torneranno. Andremo avanti, com’è giusto che sia, e sarà il nostro operato e la nostra visione ad implicare se che si tratti di vivere o sopravvivere.

In sostanza è inutile piangersi addosso, bisogna muoversi, agire, studiare, lavorare, decidere, fare, sorridere, risparmiare, investire, incrementare la produttività, ridurre i rami secchi, concentrarsi, aprirsi.

Non parlo di cose da farsi a livello nazionale, parlo di noi.

Dobbiamo smettere di aspettarci che siano gli altri a risolvere i nostri problemi.

Il primo responsabile del mio futuro, sono io stesso. Sempre. Gli altri vengono solo dopo.

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