Contatto ai limiti della galassia

Vedevamo il pianeta vicinissimo a noi e tutti eravamo in subbuglio. In fondo non capitava spesso d’accostarsi ad un sistema abitato.
Per lunghi millenni avevamo pensato d’essere i soli nell’universo e qualcuno più coraggioso che aveva suggerito l’ipotesi di altre creature era stato ucciso dalla furia dell’intransigenza dominante.

Qualcuno in seguito avevamo incontrato e, a differenza di quanto i nostri scrittori ci proponevano nei libri di fantascienza, erano sempre stati molto simili a noi.

Stavolta era diverso. Avevamo trovato vari reperti nello spazio circostante questo sistema e non eravamo riusciti a capirne l’uso e che genere di razza avesse potuto idearli.

La curiosità era fortissima e i più grandi ricercatori della galassia si erano voluti unire in questo viaggio interstellare per conoscere la nuova razza ed essere presenti al momento del grande incontro.

Non sapevamo come vivevano e discutemmo a lungo su dove presentarci, in che modo ed in quale momento della loro giornata. Alle fine convenimmo che tanto valeva andare a caso anche perché non eravamo riusciti a stabilire alcuna comunicazione con loro. Il loro sistema comunicativo ci era ignoto.

Li osservammo qualche istante e decidemmo di presentarci tutti assieme, eravamo 34, in posto densamente popolato. Una sorta di giardino nel mezzo di una strana città con gli edifici verticali ci sembrò il posto migliore.

Ormai siamo qui da 2 fix stellari, coincidenti a 24 dei giorni di questo strano pianeta, e mi chiedo come sia possibile aver preso una simile cantonata.
Qualcuno deve aver fatto un grosso errore di valutazione pensando che questi strani esseri bipedi possano essere una società organizzata.

Si muovono usando dei veicoli invece che con la telecinesi e non comunicano tra loro col pensiero, ma emettono primitivi suoni secondo uno schema diverso in ogni angolo del loro piccolissimo pianeta.
Si nutrono con alimenti fisici e sono per lo più tutti malati.
Il 98% di loro vive in uno stato di vita a rischio che non riscontravamo più da millenni ed il restante 2% non fa nulla per i primi, salvo sfruttarne le risorse.
Tecnicamente sono al primo stadio della scala evolutiva di Xdfeis. Sono infatti ancora dipendenti da mezzi elettronici e meccanici mentre il loro spirito, se esiste da qualche parte, non è ancora riuscito a liberarsi dai vincoli corporei.

Ci vediamo costretti all’unica decisione possibile. Li metteremo in quarantena per i prossimi cinquantamila dei loro anni, avvisando le altre razze della galassia di non avvicinarsi troppo per non restare contagiati dalle loro malattie.

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